Ecco il terzo video della mia serie “Trappole mentali” dedicato alla trappola della pesantezza.

Il mito di Perseo e Medusa ci consente di parlare di un’altra delle trappole mentali di cui finiamo spesso vittime: la trappola della pesantezza. L’unico modo per sconfiggere il mostro che alberga dentro di noi è guardandolo da un’altra angolazione, da una prospettiva diversa. Questo è possibile attraverso la terapia di gruppo in cui gli altri ci fanno da specchio, aprendoci a molteplici visioni e possibilità.

Il mito di Perseo e Medusa

Salve a tutti, in questo video vi parlerò del bellissimo mito di Perseo e Medusa. Mi ritrovo a parlarne in modo apparentemente casuale qui nel contesto dell’ex mattatoio di Testaccio ma vista anche la violenza delle immagini contenute in questo racconto, sto pensando che forse questa non è una semplice coincidenza ma una di quelle sincronicità significative, come le chiamava Jung.

In ogni caso, cercherò di spiegarvi in che modo questo antico racconto esoterico sia in grado di aiutarci a uscire dalla trappola mentale della pesantezza. Ebbene, sappiamo come Perseo incarni proprio l’eroe della leggerezza. Non è un caso che egli sia colui che riesce ad abbattere Medusa, la Gorgone, il mostro della pesantezza.

Ricordiamo come, secondo il mito, bastasse guardare negli occhi Medusa un solo istante per esserne trasformati immediatamente in una statua di pietra. Per esserne tramutati nella statua di sé stessi.

Ebbene, l’eroe combatterà col mostro evitando di fissarlo direttamente negli occhi. A tal scopo utilizzerà uno scudo magico donatogli dalla dea Atena, scudo che ha anche il potere di riflettere le immagini e funge quindi da specchio. In tal modo l’eroe riuscirà ad assestare un tremendo colpo al mostro e mozzargli il capo.

Dal sangue che zampilla dalla testa mozzata di Medusa, sorgerà Pegaso, animale leggendario, bellissimo cavallo bianco e alato, simbolo proprio della conquistata leggerezza.

Cosa vuole dirci il mito attraverso immagini tanto evocative?

Il significato psicologico del mito di Perseo e Medusa

Il mito ci dona due importanti verità esoteriche.

La prima sembra condensarsi proprio nell’oggetto simbolico dello scudo-specchio. E vuole dirci che ciò che ci difende dal mostro della pesantezza è la possibilità di poterlo osservare da un’altra angolazione.

In altre parole, il mito vuole dirci che ogni volta che ci troviamo in una situazione che per qualche motivo ci blocca, ci paralizza, ci rende pesanti come la statua di noi stessi, abbiamo bisogno di poterla considerare attraverso una nuova prospettiva.

La seconda verità ci dice che tale nuova e inedita chiave di lettura sulle cose dobbiamo poterla reperire all’interno di una relazione emotivamente significativa. Dobbiamo poter recuperare una nuova prospettiva sulle cose attraverso il confronto non banale ma profondo con una persona di cui sentiamo di poterci fidare.

Non è un caso che questo scudo-specchio, che permetterà all’eroe di vincere la pesantezza, gli venga donato da una terza persona.  E poi dalla dea Atena, una divinità, quindi un personaggio di cui potersi fidare, un personaggio rilevante.

La trappola della pesantezza: un caso clinico

Cerchiamo di capire come queste potenti dinamiche possano essere d’aiuto al percorso della psicoterapia.

Consideriamo quindi un caso, purtroppo, abbastanza comune: quello di una persona che, a partire da un’educazione troppo rigida, abbia interiorizzato la falsa convinzione di essere giudicato in modo svalutante con tutte le persone con cui entri in contatto. Un soggetto che abbia fatto suo uno schema mentale di questo tipo, per paura di essere criticato dal prossimo, risulterà un po’ bloccato e pesante – come la statua di sé stesso – nei contesti sociali e relazionali.

In un caso di questo tipo, quindi, è molto efficace la psicoterapia di gruppo. Questo perché un setting di questo tipo può offrire al paziente tutto un ventaglio di feedback, tutta una serie di rispecchiamenti da parte del gruppo (ricordiamo lo specchio di Atena) che saranno in grado di disconfermare questa sua convizione patogena e distorta.

La persona a un certo punto arriverà a comprendere, non solo a livello cognitivo ma anche per così dire col cuore, come ci sia un importante scarto tra come pensa di venire percepita dagli altri e come realmente viene percepita.

Attraverso un processo di questo tipo, avremo davvero la possibilità di assestare un duro colpo al ostro della pesantezza e come Perseo potremo conquistare Pegaso, la leggerezza di cui abbiamo tanto bisogno per il nostro benessere mentale.

 

Dottor Simone Ordine, psicologo e psicoterapeuta Roma Prati

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Guarda gli altri video della serie dedicata alle trappole mentali

 

#1 Trappole mentali: Odiare l’angoscia

#2 Trappole mentali: Risolvere un problema interiore con un’operazione concreta

#4 La trappola dell’amore impossibile

 

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