Cos’è il mobbing?

Il termine mobbing deriva dall’inglese “to mob” e significa “attaccare, assalire”.

Il contesto di riferimento è quello lavorativo, un ambiente all’interno del quale l’individuo forma la propria identità personale e sociale attraverso le mansioni che gli vengono assegnate e il rapporto con i propri colleghi.

Il mobbing può essere definito come una forma di terrore psicologico esercitato sul posto di lavoro attraverso comportamenti aggressivi, ripetuti nel tempo. Tali comportamenti tendono a ledere la dignità personale, sociale e professionale dell’individuo, compromettendone la salute fisica e psicologica nel lungo periodo.

È una forma di violenza psicologica sistematica, che ha pesanti conseguenze per chi ne è vittima. Questi, infatti, viene letteralmente accerchiato e aggredito in continuazione, indotto a isolarsi e a chiudersi nell’emarginazione.

Le azioni messe in atto dal mobbizzatore o mobber sono le più varie: assegnare compiti e mansioni dequalificanti, con conseguente demansionamento, umiliare di fronte al capo ufficio, ai colleghi o ai clienti, mettere in giro voci e pettegolezzi, spostamenti di ufficio immotivati, negazione delle ferie o dei permessi. SI può arrivare anche a sabotare il lavoro o compiere azioni del tutto illegali.

Molte sono le cause che determinano il mobbing, ma ci sono solitamente due ragioni principali che determinano questo fenomeno.

In alcuni casi chi fa mobbing può avere delle ragioni strategiche alla base del proprio comportamento. Ciò significa che le prevaricazioni e le violenze hanno il preciso scopo di permettere al mobbizzatore di ottenere qualcosa, trarre un beneficio personale. Pensiamo, per esempio, al caso di un lavoratore che mira a ottenere una promozione e per questo mette in difficoltà un proprio collega, sabotandolo e ridicolizzandolo davanti ai superiori o i clienti.

In altri casi il mobbing può avere alla sua base della ragioni emozionali. C’è un conflitto, una profonda incompatibilità e per questo si prende di mira il proprio collega o il sottoposto, nel caso in cui si tratti del datore di lavoro.

Lo scopo ultimo delle azioni di mobbing è solitamente quello di indurre la vittima a lasciare il lavoro di propria iniziativa.

Tipi di mobbing

Esistono diversi tipi di mobbing. Si può distinguere tra mobbing orizzontale, mobbing verticale, mobbing dal basso e mobbing collettivo.

Nel caso di mobbing orizzontale o ambientale, gli abusi vengono commessi dai colleghi di lavoro che hanno il medesimo livello professionale della vittima. Chi subisce il mobbing viene isolato, schernito e privato del consueto rispetto e della collaborazione.

Si parla di mobbing verticale o anche di bossing, quando il persecutore è il datore di lavoro o un superiore gerarchico. Spesso il fine è quello di spingere alla dimissioni un dipendente che viene ritenuto poco produttivo, poco competente o semplicemente antipatico. In questo tipo di situazione, spesso si è vittima anche dei colleghi di lavoro che diventano side mobbers: essi, cioè, affiancano il superiore e ne assecondano le azioni di mobbing oppure non difendono la vittima perché potrebbero inimicarsi il capo, oppure perché hanno interesse a fare carriera o ancora semplicemente per indifferenza e “quieto vivere”.

Il mobbing dal basso si attua quando viene messa in discussione l’autorità di un superiore da parte di un certo numero di dipendenti.

Infine, il mobbing collettivo si verifica quando violenze e prepotenze vengono esercitate contro un certo numero di lavoratori.

Conseguenze psicologiche del mobbing

Il mobbing è un fenomeno con pesanti conseguenze per il benessere del singolo. Dal punto di vista psicologico, chi subisce mobbing va incontro a una serie di disturbi, messi in luce da varie ricerche. Le più comuni e frequenti sono:

  • Alterazione del tono dell’umore che può portare a depressione, isolamento sociale, forte calo della propria autostima
  • Disturbi d’ansia che vanno dal disturbo d’ansia generalizzato al disturbo post traumatico da stress e la disturbo da attacco di panico
  • Alterazioni del normale equilibrio psicofisiologico con incidenza sul sonno, la concentrazione e la memoria
  • Problematiche legate al comportamento: disturbi alimentari, alcolismo
  • Bornout, sindrome che si manifesta con esaurimento nervoso, depersonalizzazione e mancata realizzazione personale
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