LA PSICOTERAPIA ESISTENZIALISTA 13321840_10154163314939120_1678534267668324347_n

 La Psicoterapia esistenzialista attribuisce grande importanza ai seguenti temi:

1) LA CURA

Il processo di Cura inteso come percorso volto a dispiegare l’essenza dell’individuo nella propria pienezza e autenticità, intende valorizzare l’unicità della persona, nutrirne l’amore per se stessa, promuoverne la consapevolezza, le potenzialità mentali e l’indipendenza.

2) LA VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSITÀ’

La psicoterapia esistenzialista si rifiuta di etichettare e patologizzare le diversità dell’individuo attraverso l’utilizzo della diagnosi statistica che vede coincidere la salute mentale con la medietà e quindi con l’omologazione.

Lo psicoterapeuta esistenzialista è convinto che la psicoterapia sia chiamata a fronteggiare il disagio mentale non attraverso interventi correttivi, tesi a ricondurre le diversità umane all’interno di una norma precostituita, ma valorizzando quelle unicità che costituiscono il cuore e il senso più profondo di ogni identità individuale.

3) ARTE-TERAPIA

La creatività come via privilegiata verso la salute

L’espressione artistica può essere pensata come l’espressione della nostra unicità e quindi della nostra essenza individuale, come un gesto d’amore risanatore. La capacità di compiere un gesto artistico ha sempre a che fare con la possibilità di conoscere, accettare e amare la nostra identità, diversità e unicità. L’attività artistica dischiude un’infinita possibilità di declinazioni terapeutiche; attraverso di essa l’individuo accede alla possibilità di esprimere temi e problematiche che con il solo colloquio clinico rimarrebbero inespressi. Innanzitutto l’espressione artistica possiede una forte valenza catartica, poiché il soggetto esternando i contenuti che lo opprimono da dentro sperimenta una forte sensazione di leggerezza e libertà. In secondo luogo, dopo il momento catartico, è possibile analizzare i contenuti emersi e ricavarne una più profonda consapevolezza, concernente le dinamiche interiori dell’artista stesso. In altre parole l’autore dell’opera osservando le proprie creazioni accede alla preziosa possibilità di entrare in contatto con delle parti ombra di sé. Questo processo oltre ad arricchire il suo mondo interiore può aiutarlo a risolvere diversi disagi mentali e ad acquisire una rinnovata energia. Infine la creazione artistica essendo un’affermazione di sé può costituire un esercizio efficace nel coltivare l’autostima.

L’arte concede il suo potere risanatore non solo all’artista, ma anche a coloro che si mettono in relazione profonda con la sua opera. Osservare un dipinto, visionare un film, leggere un romanzo o una poesia, ascoltare musica, ecc., sono attività concernenti un grande potenziale terapeutico.

Nel mio studio ho predisposto una videoteca e a seconda dei casi consiglio la visione di film scelti su misura. In tal senso risultano ricchi di spunti le opere di grandi artisti come Bergman (temi riguardanti l’amore e la morte), Lars Trier(sessualità, perversione), Fellini(mondo onirico), Lynch(determinazioni esistenziali della vita), ecc.

Per quanto riguarda la letteratura i potenziali terapeutici sono veramente sconfinati. Mi limito a citare le lezioni esistenziali di Dostoevskij e Kafka, l’ironia di Svevo, le riflessioni sulla morte e sul matrimonio di Tolstoj, ma anche gli insegnamenti di autori attuali come Yalom.

Nel mio studio ho inoltre predisposto un laboratorio dove le persone possono sperimentare diverse tecniche di pittura, tra cui quella a getto inventata da Pollock.

4) L’ANGOSCIA

La psicoterapia esistenzialista riconosce un ruolo di primo piano al fenomeno dell’angoscia che viene concepita non come un nemico da combattere, ma come una chiamata della nostra interiorità che vuol recuperarci da una vita esistenzialmente scadente (galleggiante in una inconsistente leggerezza) per restituirci a una dimensione più autentica, profonda e pienamente umana.

Nella quotidianità l’angoscia non viene affrontata e compresa ma repressa per mezzo degli psicofarmaci e della distrazione, ma tale processo non fa che generare miseria mentale e sintomi psichici. Non riconosce il valore della chiamata dell’angoscia consiste nel voltare le spalle alla profondità della nostra mente attraverso la vuota chiacchera, l’edonismo consumistico, il demenziale intrattenimento proposto dai media, la vana curiosità, lo svilente aggrapparsi ai parametri di comportamento omologati voluti dai vertici di potere. Quest’assetto di fuga dalla consapevolezza promosso dalla società disciplinare non solo svilisce il significato e il valore dell’essere umano ma non fa che aggravare il problematico rapporto di quest’ultimo con la fisiologica emozione dell’angoscia.

La psicoterapia esistenzialista mostra come il rapporto con l’angoscia non possa essere risolto attraverso una soluzione omologata e valida per tutti in quanto essa chiama l’individuo a riflettere sulle problematiche inerenti al suo modo unico, prezioso e irripetibile di essere al mondo.

5) L’APERTURA MENTALE

Lo psicoterapeuta esistenzialista non si rapporta con dei malati da riportare alla normalità ma con persone coraggiose che sentono la necessità di liberarsi dai vincoli che bloccano l’espressione delle loro potenzialità mentali e la loro possibilità divenire pienamente se stesse. Lo psicoterapeuta esistenzialista pensa che ogni grande autore (Freud, Jung, Lacan, ecc.) ha dato il proprio contributo alla psicoterapia analizzando e descrivendo il proprio personale mondo interiore, si rifiuta per tanto di limitare la libertà della relazione terapeuta-paziente entro il raggio ristretto di un rigido modello teorico, accoglie invece come preziosi spunti di riflessione non solo i contributi apportati dai principali filoni di studio della psicologia, ma anche quelli offerti dalla filosofia, dall’antropologia, dalla letteratura, dal teatro, dal cinema, dalla pittura e in generale da qualsiasi forma di espressione artistica. Il terapeuta esistenzialista inoltre considera ogni paziente e ogni terapia come una fonte privilegiata di crescita personale.

 

 

 

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