La rabbia è un’emozione intensa e primordiale. Spesso, nel discorso comune, viene utilizzata come sinonimo di aggressività o di violenza, conferendole un significato negativo. Eppure questa emozione è del tutto naturale e non è qualcosa di sbagliato, da censurare in modo assoluto, da nascondere.

Se ci si riflette su, si comprende la genesi della rabbia e la sua funzione. Cos’è che ti fa arrabbiare? In molti potrebbero rispondere che si arrabbiano per un insulto o una parola sgarbata, magari perché non hanno ottenuto ciò che volevano. Oppure provano irritazione quando non riescono a raggiungere un proprio obiettivo.

O ancora, sentono montare l’ira dentro di sé perché un amico gli parla alle spalle o uno sconosciuto gli ruba il parcheggio. Sono tutte situazioni comuni, della vita di tutti i giorni, che possono lasciare indifferenti alcuni e provocare collera in altri. Ma sono tutte situazioni in cui, in un modo o nell’altro, ci sembra di subire un sopruso, di sperimentare una violazione dei nostri diritti oppure si vive una frustrazione.

La funzione della rabbia, emozione naturale e adattiva

La rabbia è un’emozione naturale e adattiva, filogeneticamente determinata. In termini semplici significa che è innata e ha la funzione di permettere all’individuo di adattarsi alle circostante esterne e di sopravvivere nel suo ambiente.

È un’emozione che viene da lontano, dal nostro passato più antico e che ha una specifica funzione: quella di permetterci di agire per rimuovere un’ingiustizia o evitare un danno alla nostra persona.

L’ira che sentiamo dentro è un segnale che ci avvisa che qualcosa non va e che predispone il nostro stesso corpo all’azione. Quando ci arrabbiamo, infatti, si attivano una serie di modificazioni psicofisiologiche e somatiche:

  •  aumento della tensione muscolare e iper-sudorazione
  •  aumento della temperatura corporea
  •  accelerazione del battito cardiaco e aumento della pressione arteriosa
  •  maggiore afflusso di sangue verso i vasi sanguigni periferici

Cambia persino la mimica facciale: aggrottiamo le sopracciglia, stringiamo i pugni che sentiamo “formicolare”, serriamo i denti fino a digrignarli. Questi sono anche segnali che fanno parte della comunicazione non verbale e hanno un parziale effetto sul comportamento degli altri.

Rabbia disfunzionale: quando l’emozione diventa patologica

Anche se la rabbia, come visto, è un’emozione naturale, che spinge ad agire per proteggersi da un danno, spesso può degenerare in una manifestazione disfunzionale e patologica. Alcuni individui, infatti, sperimentano serie difficoltà nella regolazione dei propri stati emotivi (dis-regolazione emotiva) che ha come conseguenza l’incapacità di organizzare risposte comportamentali adeguate alla situazione e al contesto in cui si trova ad agire.

Un’esplosione di rabbia, dunque, può portare a manifestazioni di violenza e aggressività fisica vera e propria, comportando l’allontanamento delle persone che ci circondano, l’isolamento sociale e una forte sofferenza.

Esiste, però, anche un’altra forma di dis-regolazione emotiva legata alla rabbia, che procede in senso opposto. Quest’emozione è disfunzionale non soltanto quando è eccessiva, esplosiva, violenta ma anche quando si presenta troppo moderata, inibita o soppressa.

Questo stato si contraddistingue per una percezione davvero ridotta o quasi nulla dell’ira. Anche in questo caso si parla di una deriva patologica della rabbia poiché l’inibizione o soppressione della stessa impediscono all’individuo di prepararsi all’azione, di intervenire per modificare lo stato di cose e proteggersi da un sopruso, un’ingiustizia o un danno.

Imparare a gestire la rabbia e le emozioni negative è fondamentale.

Gestione della rabbia – psicoterapia Roma Prati

In quanto psicologo e psicoterapeuta abilitato all’esercizio della professione e con anni di esperienza, mi occupo di ricevere pazienti che hanno bisogno di lavorare sulle proprie emozioni e, in particolare, sulla gestione della rabbia. Utilizzo un approccio integrato, che prevede di attingere alle diverse tecniche e ai metodi di vari orientamenti, adeguando l’intervento al singolo individuo e sulla base dei progressi e delle tappe del percorso affrontate insieme.

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