Confusione e dolore dopo la separazione. Quello che vedo nelle sedute di terapia a distanza

Sempre più spesso, nella terapia online, incontro persone che portano lo stesso dolore silenzioso: un profondo senso di vuoto e di sradicamento.

Fin dalle prima sedute a distanza, anche attraverso lo schermo, riesco a cogliere nel loro sguardo, nelle parole che usano per descrivere il disagio che provano, la fatica e il dolore di chi non sente più di appartenere a nulla.

Molti di loro arrivano dopo una separazione.
Un amore finito, una casa lasciata, una famiglia che si è divisa.

Anche quando la scelta di porre fine alla relazioneè stata necessaria, anche quando sono stati loro in prima persona a prenderla, spesso queste persone vivono una profonda crisi personale, difficile da superare da soli.

In quei momenti, la terapia online diventa un luogo in cui poter fermarsi e ascoltare ciò che è rimasto sospeso. Uno spazio protetto, in cui la distanza dello schermo non separa, ma permette di rimanere in contatto anche quando il mondo intorno si è frantumato.

Il vuoto dopo la separazione

Dopo la separazione dal partner, il senso di solitudine può scavarci un abisso dentro.

Tanti aspetti della vita sono rimasti invariati. Vai tutti i giorni in ufficio, incontri sempre le stesse persone, porti avanti le tue abitudini.

Da fuori, sembra che tutto proceda come prima.

Ma senti che qualcosa si è incrinato dentro di te. La casa in cui hai vissuto per anni, facendo sacrifici per pagare l’affitto (o il mutuo), non c’è più.

Era il luogo della tua quotidianità, della famiglia.

Quando, la sera, giravi la chiave nella serratura, sapevi che oltre quella soglia c’erano voci, rumori, oggetti che parlavano di te.

C’erano i vestiti stirati e piegati nell’armadio, le scarpe dei bambini all’ingresso, i loro giochi sparsi sul pavimento, la tua tazza preferita nel lavello e quel raggio di luce che entrava dalla finestra del soggiorno, illuminando la stanza in un modo tutto particolare….

Piccole cose, ma dentro ognuna c’era un pezzo della tua vita.

L’appartamento in cui ti sei trasferito da quando hai firmato le carte della separazione non ti conosce così a fondo. Le pareti sono spoglie, i mobili non hanno memoria. Ti muovi qui dentro come un estraneo, un ospite provvisorio che tiene i suoi effetti personali negli scatoloni.

C’è troppo silenzio, un silenzio che fa eco a un’assenza.

Sentirsi soli e abbandonati dopo la separazione

È il vuoto lasciato da chi, fino a poco tempo fa, era accanto a te in ogni momento: la voce che ti svegliava al mattino, il respiro accanto la notte, la persona con cui condividevi la vita, con cui avevi costruito una famiglia, progettato un futuro insieme.

Il senso di vuoto e abbandono che si vive quando una relazione finisce in separazione (o divorzio) è un dolore difficile da spiegare a parole.

Anche se siamo stati noi a scegliere di chiudere quel rapporto, il corpo e la mente reagiscono come se qualcosa ci fosse stato strappato via.

Lasciarsi dopo anni di vita insieme non significa soltanto rompere con qualcuno.

Vuol dire perdere una parte di sé, andando incontro a una vera e propria crisi personale.

Il corpo lo sente prima della mente: i gesti quotidiani perdono senso, le abitudini si svuotano, persino le passioni di un tempo non riescono ad accenderci come prima. Ti senti confuso, smarrito, privo di una direzione chiara.

E ti ritrovi a chiederti “e adesso, chi sono senza di lui? senza di lei?”

Interrogarsi sulla propria identità al di fuori della coppia – soprattutto quando la relazione con l’altro è durata anni – è normale. Stai vivendo un lutto, simile a quello che si prova quando si perdere una persona cara.
Solo che in questo caso il dolore è meno visibile, perché l’altro continua a esistere, da qualche parte.

Non c’è un funerale, nessun rito in cui piangere il passato per lasciarlo andare.

Chi ti circonda ti dice che “passerà”, che “è stato meglio così”, che “è ora di voltare pagina”.

Dopotutto hai solo 40 anni, 50 anni e puoi rifarti una vita

A volte, per non sentire, ti butti nelle cose: il lavoro, le uscite, i social, la ricerca di nuovi incontri. Speri, facendo nuove amicizie e vivendo esperienze diverse, di riuscire a scrollarti di dosso quelle emozioni, la tristezza, la rabbia, il senso di vuoto e abbandono.

Per qualche ora funziona, poi il silenzio ritorna, ancora più forte.

Non si può affrontare una crisi interiore gettandosi a capofitto nell’esteriorità. Il movimento verso fuori, quando è una fuga, serve solo a coprire il rumore del vuoto.

Ma non può riempirci, soddisfare il bisogno profondo che sentiamo dentro.

Genitori separati. Vivere i figli a distanza

Tra le ferite più profonde lasciate da una separazione, c’è quella del genitore che non vive più insieme ai figli.

Prima c’erano le colazioni insieme, il tragitto per portarli a scuola in mezzo al traffico mattutino, i momenti ritagliati tra mille impegni per aiutarli con i compiti, le feste di compleanno, l’albero di Natale decorato insieme…

Piccole abitudini che quasi davi per scontate e adesso che guardi il calendario, contando i giorni che ti separano dal prossimo week end insieme, ti mancano da impazzire.

Essere genitore dopo una separazione significa imparare ad amare dentro un tempo e uno spazio diversi, più frammentati, a volte dolorosi.
Ogni incontro diventa prezioso, ma anche carico di aspettative e di ansie.
Vorresti che tutto fosse perfetto, che ogni momento insieme compensasse il tempo perduto, ricucendo gli strappi di una quotidianità perduta.

E poi c’è quella parte di dolore che raramente si ha il coraggio di dire: vedere un nuovo compagno o una nuova compagna accanto all’ex partner, sapere che quella persona partecipa al tuo posto, temere che possa sostituirti, in un certo senso.

Perché fare terapia online dopo la separazione

Dopo una separazione, le sfide non sono solo emotive: si aggiungono impegni, cambiamenti logistici, orari nuovi, traslochi, distanze.

In questo contesto di riorganizzazione della propria vita quotidiana, la modalità della terapia online offre un’opportunità preziosa, grazie alle proprie caratteristiche.

La terapia online è flessibile.

Non serve stare in macchina per 40 minuti nel traffico oppure attraversare la città per raggiungere lo studio del terapeuta che hai scelto.

Non devi adattare gli orari al percorso per arrivare in tempo all’appuntamento, cercando di incastrarlo in un’agenda già fitta.

L’assenza di spostamenti, per chi vive una condizione in cui è necessario fare su e giù da luoghi diversi, dalla casa attuale a quella dell’ex partner dove si trovano i figli e verso il lavoro, contribuisce alla riduzione dello stress logistico e consente di limitare ì la “fatica del fuori”, che in periodi di fragilità amplifica la sofferenza

Ti basta uno smartphone,un tablet o un computer e puoi accedere da casa o da un luogo che ti è familiare, risparmiando minuti preziosi, che in un periodo così difficile come quello dopo una separazione spesso mancano.

La terapia online, inoltre, ti garantisce la massima privacy.

Discutere della separazione, della distanza dai figli, del rapporto con l’ex partner richiede un ambiente sicuro, protetto. La terapia online ti permette di restare “nel tuo spazio”, mantenendo maggiore controllo sulla situazione e un maggior senso di intimità.

Molte ricerche sottolineano che la modalità digitale aumenta l’accessibilità e la comodità, anche nei casi complessi.

Quando la vita cambia, la modalità online aiuta a mantenere la terapia attiva senza soluzione di continuità. Studi sulla terapia via videoconferenza indicano che l’alleanza terapeutica può essere altrettanto efficace quanto in presenza.

Ultimo fattore di grande rilevanza.

Con la terapia online, non sei vincolato al professionista nella tua zona geografica.

Puoi scegliere con totale libertà il terapeuta che ritiene più adeguato a te (psicoterapeuta esperto in separazioni, genitorialità a distanza, rabbia, solitudine) anche se vive in un’altra città a chilometri di distanza da dove ti trovi in questo momento e anche se ti sei trasferito all’estero.

Questo può fare la differenza quando il tuo bisogno è specifico e urgente.