In questo video vi racconterò una bellissima favola sul senso della vita.

Questa favola è stata ripresa prima da Goethe e poi da Heidegger che l’ha riportata in questo importantissimo testo “Essere e tempo” proprio per spiegare quale sia l’essenza stessa della vita.

C’era la Cura, intesa come Prometeo cioè come divinità/titano, che stava distrattamente giocando con del fango sulle rive di un fiume.

In questo modo, a un certo punto, forma l’essere umano.

Passa di lì Giove e la Cura lo supplica di infondergli lo Spirito. Cosa che Giove, soffiandogli in un orecchio, concede ben volentieri. A questo punto, l’Essere Umano prende vita, si muove, comincia a operare alcune cose sul pianeta Terra e le due divinità sono soddisfatte di quel che avevano fatto. Ma di lì a poco cominciano a litigare perché ambedue volevano assegnarsi la paternità di quest0essere e volevano pur potergli dare un nome. A quel punto salta su Gea, la Madre Terra che dice “ Anch’io ho diritto su quest’essere perché avete usato il mio copro, la terra”.

Le tre divinità di pari potere non riuscendo a prevalere l’una sull’altra, decidono di rivolgersi a Crono, il Tempo, che emette una sentenza equanime:

“Quando quest’essere morirà, il suo Spirito andrà a Giove perché è lui che glielo ha fornito; il corpo tornerà alla Madre Terra perché è da lì che proviene. Ma fintanto che è in vita sarà preda della Cura. E chiamatelo Uomo da humus perché deriva dalla terra”.

Il vero senso della vita

Ebbene, qual è il significato di questa antica favola?

Senza girarci intorno, il senso è che il significato più profondo della vita è la Cura, intesa con la C maiuscola.

Cosa intendiamo quando parliamo di Cura in senso profondo?

Intendiamo una Cura che non riguarda soltanto il corpo. Pensiamo a quanto tempo dedichiamo al nostro corpo: cuciniamo, mangiamo perché il nostro corpo ha bisogno di nutrimento, ci vestiamo se fa freddo, ci spogliamo se fa caldo, c’è tutta una igiene personale, ci laviamo.

Ma quanto tempo dedichiamo anche alla cura del mondo interiore?

Molto meno. A volte praticamente niente.

Così come è naturale che se noi smettessimo di prenderci cura del nostro corpo, anche per pochissimo tempo, immediatamente ne pagheremmo le conseguenze, perché non dovrebbe essere esattamente la stessa cosa per quel che riguarda la nostra psiche, il nostro mondo interiore?

Anche la nostra psiche soffre se viene abbandonata.

Dobbiamo prendercene cura.

Prendersi cura del mondo interiore

Il problema è che non ci è stato insegnato. Non è colpa di nessuno. Io penso che l’umanità sta facendo questo passo proprio in questo periodo, in questa fase. C’è una nuova coscienza emergente che piano piano si sta facendo strada. Ci stiamo rendendo conto che non esiste solo una igiene del corpo, ma è fondamentale anche l’igiene mentale.

Ed è un po’ assurdo ricorrere all’igiene mentale solamente quando ormai la mente è arrivata a uno stato di patologia. Quindi uno va dallo psicoterapeuta quando è ormai a pezzi ed è caduto all’interno di un disturbo psichico di qualche tipo. È come se noi aspettassimo di andare all’ospedale e stare malissimo per prenderci cura del nostro corpo.

Questo deriva da una profonda incompetenza per tutto ciò che riguarda il mondo mentale, interiore.

In che modo possiamo prenderci cura della nostra igiene mentale?

In realtà è semplice, basta focalizzarci e prendere consapevolezza di ciò che noi veramente siamo. Basta focalizzarci su questo elemento.

Cosa siamo veramente?

Noi non siamo i nostri pensieri né tantomeno siamo le nostre emozioni che sono il corrispettivo nel corpo dei pensieri. Quindi prendersi cura del mondo interiore significa cercare di contattare ciò che veramente siamo che è il pastore dei pensieri, l’osservatore non giudicante.

Ciò che noi veramente siamo è Consapevolezza.

La consapevolezza non ha forma ma permette a tutte le varie forme (forme pensiero, percezioni, emozioni) di poter essere percepite. Ciò che noi siamo veramente è la Consapevolezza. E igiene mentale significa essere presenti, poter vedere quali sono i nostri pensieri ed emozioni e indirizzarle in un modo giusto.

Delle volte magari è mezz’ora che io sto ripetendo uno stesso pensiero doloroso e ossessivo. È come se non ci fosse nessuno a gestire queste cose, ad accorgersi che i miei pensieri sono andati in un loop di dolore. A volte non c’è il pastore dei pensieri. I pensieri vanno alla deriva.

Invece, l’igiene mentale, la Cura è avere la consapevolezza che si accorge dei pensieri, li può monitorare e dire: “Ma io sono preda di un corpo di dolore. È venti minuti che penso questa cosa che tra l’altro è assurdo”. Allora Igiene Mentale, Cura che è cura del mondo interiore vuol dire creare uno spazio tra ciò che io veramente sono e i pensieri e le emozioni. Creare questo spazio e quindi osservare i pensieri. Non sentirsi più, non identificarci più con i pensieri. Capire che se io penso un qualcosa, non significa che questa cosa è vera. Noi pensiamo tante sciocchezze, che fanno star male noi e gli altri.

I pensieri spesso sono il risultato di un condizionamento o di un trauma. Quindi se mi identifico con i pensieri mi perdo, posso entrare in una spirale di dolore profondo.

Ripeto: il senso della vita è la cura e il modo per prenderci cura di noi stessi è focalizzarci, radicare la nostra identità nella Consapevolezza.

A presto,

Dottor Simone Ordine, psicologo e psicoterapeuta Roma Prati

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