Tutte le principali tradizioni sapienziali, pensiamo al Cristianesimo, al Buddhismo, all’Induismo ma anche alla più recente psicoanalisi, pur usando parole e immagini differenti, sono concordi nell’affermare che la maggior parte della sofferenza umana derivi dall’Ego, soprattutto dall’Ego di consistenza densa e pesante.

In questo video, metto in luce definizione, origine ed effetti dell’identificazione con l’Ego nonché la via per trascenderlo.

Grazie a tutti coloro che si stanno iscrivendo. Un ringraziamento particolare va alla scrittrice Luciana Lanzarotti che sta contribuendo con entusiasmo a far conoscere questo canale di psicoterapia spirituale.

Cos’è l’Ego?

Così come è possibile coprire una cosa immensa e potente come il Sole con una monetina da un euro, allo stesso modo il tuo Ego può coprire la consapevolezza profonda che è in te, il tuo Sé, la tua anima, la stella del tuo mondo interiore.

Ma così come la moneta non può nulla contro il sole, allo stesso modo l’Ego non potrà mai danneggiare l’Anima.

Può solo nasconderla nelle persone più inconsapevoli.

Diciamo che l’Ego sta alla consapevolezza come la tempesta sta al cielo.

Può anche la tempesta più feroce danneggiare il cielo?

In tal senso non esiste messaggio più rassicurante da quello colto e divulgato da Ellen Shackman “Niente di ciò che conta davvero è o sarà mai in pericolo”

Ma ovviamente non tutti sono pronti ad accogliere un messaggio di questo tipo.

Cos’è dunque l’Ego?

L’Ego è la superficialità che appesantisce la persona e la porta a prendersi troppo sul serio. L’Ego è l’opposto della spiritualità, è l’illusione dell’individuo di essere separato dall’unvierso, dal mondo, dalla natura, dal prossimo. L’illusione di chi si identifichi con ciò che pensa di essere, dato che ciò che siamo non potrà mai essere definito dal pensiero.

L’ultimo grande psicanalista, Lacan, per esprimere questo concetto dichiarava che un mendicante che si metta una scodella in testa e affermi di essere un re, sarà certamente un pazzo. Ma un re che pensi di essere un re, sarà ancora più pazzo.

L’Ego non è mai nel qui e ora, non è mai nella vita. Si nutre del Là e Allora, si nutre di ansia anticipatrice. Come dice Rousseau nella novella Eloisa, l’Ego a forza di proiettarsi dove non è, finirà dove non sarà più.

L’Ego non crede minimamente alla forza della resa, non partecipa, si sente sempre solo contro tutti.

Esso pensa di poter controllare il fiume della vita, rema contro il fiume della vita.

Perso, stordito dal frastruono dei pensieri, non riesce ad ascoltare la voce dell’intuizione, la voce dell’essere. Non riesce più a sentire la voce del fiume, la voce del proprietario della carrozza.

L’Ego è il pensiero rumoroso e spaventato che prende il sopravvento sulla pace e il silenzio della consapevolezza.

L’Ego ha anche una sua canzone: “I cant’ get enough satisfaction”.

È un pozzo nero senza fondo he cerca di riempirsi di roba e godimento, senza trovare mai soddisfazione.

Come forse avrebbe detto Pasolini, l’Ego è il paradiso del capitalista edonistico. “Produci, consuma, crepa” canta Lindo Ferretti. “Finché berrai di quest’acqua, avrai ancora sete” dice Gesù alla Samaritana nei pressi del pozzo.

Dove nasce l’Ego?

L’Ego nasce dall’esperienza del bambino non accolto dai proprie genitori o comunque dai propri caregiver.

Nel bambino che non si senta accolto in modo autentico e incondizionato dalla propria famiglia si deposita infatti la falsa convinzione di non far parte di qualcosa di più grande, di essere fondamentalmente solo e separato dal resto del mondo.

Da questo primo trauma fondamentale discende poi tutto il resto. Egli si sentirà indifeso, avrà paura.

Il tempo passa e nel bambino divenuto adulto la paura si trasforma nel pattern attacco-fuga. Crescono così in lui il rettile, la chiusura, la freddezza, la mancanza di empatia, la rabbia, l’aggressività.

Si sviluppano il senso di vuoto, la mancanza di senso, la follia.

A poco a poco prende piede la percezione che nulla sia gratuito. Non esiste nessun dono, nessuna bontà. Ogni cosa deve essere conquistata con la lotta e la competizoine. L’uomo così identificato con i propri traumi, con l’Ego, ha perso di vista il fatto che il dono dell’Esserci ovvero tutto ciò che ha veramente valore lo abbiamo da sempre con noi, già dal nostro primo giorno di vita.

Non vede che il tesoro più grande è un dono, che non possiamo conquistare ma solo accogliere con riconoscenza. E dato che non lo vede, si sente profondamente mancante e vuole tutto,

Ma quel tutto non gli basta mai.

La sua fame di potere e riconoscimento è ossessiva e malata.

“I cant’ get enough satisfaction”

La persona identificata con l’Ego annaspa nella trappola di chi cerchi di rimarginare una ferita psichica attraverso un’operazione concreta. Nessun potere lo farà mai sentire al sicuro, se dentro di sé è rimasta la ferita del bambino non amato dai genitori.

Non avendo conosciuto empatia, non avrà nessun freno nel soverchiare l’altro per raggiungere le sue illusorie soddisfazioni di potere e prestigio.

Sarà assetato di riconoscimento sociale, ma anche questo gli darà un sollievo evanescente.

Poiché gli unici rispecchiamenti positivi che gli avrebbe dato pace, sarebbero stati quelli negatigli dai suoi genitori.

Come liberarsi dall’Ego e rinascere spiritualmente

Per liberarsi da questa lotta inutile e dolorosa e trovare finalmente la pace, gli basterebbe aprire gli occhi su una semplice verità ovvero sul fatto che ognuno di noi fa parte di uno stesso Essere. Si è capito come la sofferenza nasca dall’aggressività, l’aggressività nasce dalla paura e la paura nasca dalla mancanza di consapevolezza, la consapevolezza di far parte del Tutto.

Dobbiamo poter percepire che un albero – al di là del nome albero che ci dà l’illusione di poterlo catturare in una definizione – è un essere sacro e profondamente misterioso, che vibra in stretta connessione con il nostro stesso essere.

Dobbiamo poter sperimentare la stessa cosa con un sasso, col vento, con un fiore, con un animale, in un bosco, col vicino di casa.

Mentre chi tristemente conti quanti amici abbia, si sentirà sempre più solo. A contare, infatti, è il suo Ego che si illude di poter avere l’Essere, che ha bisogno di avere amici proprio perché non comprende di essere già profondamente connesso con tutto e tutti.

La persona spirituale ha trasceso infatti il concetto di amici poiché si sente in connessione con l’Essere che emana da ogni manifestazione della Natura. Non smette di amare coloro che prima definiva i suoi migliori amici, anzi li ama molto di più.

Ma non vive più nella separazione, nella dualità, nei partiti, nel pendolo dell’euforia e della delusione.

L’Ego non si riconosce nella natura e quindi non la rispetta. La tremenda crisi ambientale a cui stiamo assistendo è nel fondo un problema psicologico, è un prodotto dell’Ego.

Solo apparentemente la guerre nascono da tensioni politiche o cause economiche.

All’origine, le guerre nascono da famiglie non in grado di amare i propri figli.

Così come il destino dell’universo è determinato dal comportamento degli atomi, così le guerre e il destino del mondo sono determinati dal comportamento delle famiglie.

I grandi fenomeni sono mossi dal basso.

L’Ego non può, non deve essere combattuto.

Lotta contro l’Ego significa alimentarlo, perché l’Ego è lotta, è guerra. Guardalo e di’ a te stesso che non sei lui.

Se hai capito quello che ci siamo detti finora, puoi affermarlo con fermezza: non sei lui. Nel profondo non sei mai stato né mai sarai escluso da niente, non c’è motivo di aver paura, non c’è motivo di chiuderti, non c’è motivo di aggredire.

Se ti facevi agire da tutto questo, era perché il tuo vero Sé rimane coperto da una monetina.

Ma ora forse sei pronto a riconoscere che la tua essenza più profonda, al di là delle forme materiali, delle forme pensiero e delle forme emozione, ciò che veramente sei è Consapevolezza Immortale.

Riconosci che l’intelligenza non deriva dal cervello ma il cervello dall’intelligenza. Considera che tutti gli scienziati del mondo messi insieme non sono in grado di dar vita a un solo neurone degli ottantacinque miliardi di neuroni che ti sono stati donati.

Non aver paura, ma sii grato.

Vedilo e apri gli occhi.

L’Intelligenza ha costruito il cervello, un’Intelligenza ben più profonda di quella umana e tu sei parte, sei una manifestazione di tale penetrante consapevolezza.

Però anche se arrivi a vedere tutto questo, i tuoi demoni continueranno a danzarti davanti ancora per qualche anno. E tu non dovrai lottarci, altrimenti riconoscerai loro il rango di realtà. Loro desiderano, hanno bisogno che tu lo faccia.

Devi fare invece come il Nobel, John Nash, che vinse la schizofrenia attraverso la potenza del suo spirito e della sua presenza. Riconosci semplicemente quelle figure per cosa sono: per lui erano allucinazioni visive dato che era schizofrenico, per te probabilmente saranno allucinazioni emotive, appercezioni emozionali.

Ti senti trattato ingiustamente da tutti.

Hai voglia di lamentarti.

Sei roso dall’invidia.

Vorresti magari generare dolore in qualcuno.

Sprofondi in sogni di ricchezza, potenza e superiorità.

Vedi questi demoni per ciò che sono: traumi del passato, distorsioni percettive frutto di schemi mentali obsoleti.

Sorridi e lasciali andare.

Quello è ciò che avrebbe voglia di fare la tua personalità, ma tu non sei la tua personalità. La prima nascita è avvenuta nella gettitudine, negli infiniti condizonamenti del grembo materno. Ma ora siamo chiamati a rinascere nello Spirito, come il grande maestro dei maestri spiega a Nicodemo.

Grazie dell’ascolto, ti auguro una buona giornata!


Vi ricordo che sono disponibile a effettuare consulenze psicologiche online o in presenza e che è possibile anche partecipare a gruppi di crescita interiore sia online sia in presenza in questo studio a Roma, contattandomi con un messaggio whatsapp al numero 3926560624.

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Dottor Simone Ordine, psicologo e psicoterapeuta Roma Prati

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